Un anno dopo si è trasformata in un arcipelago di iniziative.
I movimenti spariscono solo perché non se ne dà più notizia ( o perché non hanno mai ‘fatto notizia’).
“In realtà alcune commissioni non hanno mai smesso di riunirsi e di lavorare insieme -dice ancora Laury-Anne. E’ il caso di “Educazione popolare in Piedi”, che si incontra sulla piazza ogni settimana, senza alcuna interruzione ormai da un anno”.
“Spazio di politicizzazione, di trasmissione e di autoformazione intergenerazionale, Nuit Debout ha permesso “una ibridazione dei valori e la costruzione di nuove pratiche di militanza – ne è convinto Benjamin Sourice – In una piazza pubblica, diverse categorie di militanti, – organizzazioni non governative, sindacati, cittadini, collettivi, – ci si sono ritrovati. Questa dinamica di dialogo, di stabilire relazioni, e di confronto con nuovi pubblici spesso non qualificati, hanno spinto verso un aggiornamento delle stesse pratiche e dei discorsi dei militanti”. Il patrimonio comune delle azioni si è quindi ampliato: disobbedienza civile, azioni dirette, mobilitazioni di breve durata (flash mob), occupazioni, boicottaggi, utilizzo delle reti sociali… ”Un nuovo linguaggio militante si è diffuso, più accessibile, meno teorico, centrato sulle spiegazioni, sul vissuto, sulle esperienze personali piuttosto che su un approccio intellettuale”.
Articolo di Lorène Lavocat pubblicato il 6 aprile 2017 su Comune-info.net