Alfabeto d’origine – frammenti

“Dalla corrente sotterranea di pensieri che ci attraversa, sono le stesse domande, le stesse preoccupazioni che tornano ad ossessionarci per tutta la vita. È la protesta impotente dell’interiorita’ che la vita sociale, la cultura -la scrittura così come l’abbiamo ereditata- hanno creduto di poter occultare, quella parte segreta di ogni individuo che, a partire dall’infanzia, si allunga come un “campo di solitudine” su tutta l’esistenza, alimentando un indistinguibile desiderio d’amore, non a caso senza nome e senza volto, “scorta invisibile” che ci accompagna, perché “è nata con noi”.
(p.73)

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”Molestie, desiderio e autodeterminazione: serve una nuova cultura del consenso”

Un articolo che vale davvero la pena di leggere per intero.

“Resistere a una cultura dello stupro e dell’abuso deve implicare molto di più del semplice insistere sul diritto individuale di dire di no – sebbene sia questo un dignitoso punto di partenza e un difficile concetto da concepire per alcun persone che marciscono davanti a YouPorn. E c’è un motivo per questo.

Il motivo per cui la nozione di un reale, continuo ed entusiasta consenso sessuale è così oltraggiosa, è che l’agire sessuale femminile – inteso come desiderio attivo di per sé – è ancora spaventoso.

La nostra cultura ha ancora pochissimo spazio per l’idea che le donne e le persone queer, quando viene data loro la possibilità, vogliono e godono del sesso tanto quanto gli uomini.

Molto prima di essere grandi abbastanza da iniziare a pensare di farlo, le ragazze vengono già allenate a immaginare il sesso come qualcosa che subiranno, piuttosto che qualcosa che potrebbero dare loro piacere.”

Fonte: Pasionaria,’ Molestie, desiderio e autodeterminazione: serve una nuova cultura del consenso’, pubblicato il 22 ottobre 2017, clicca qui

‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’

A seguito della tavola rotonda che si è tenuta a Roma -sabato ore 19 al Festival IMPUNITA dedicati a Don Milani e alla sua ” buona scuola”, riporto un mio articolo su Elvio Fachinelli, sulla lettura che fece di Lettera a una professoressa e sulle successive riflessioni sul rapporto individuo e collettivo.

‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’, “Tysm”. Pubblicato il 6 ottobre 2015. (Ultimo accesso: 27 ottobre 2017. http://tysm.org/individuo-collettivo-ne-ricorda-piu/

 

Facciamola finita col Cuore e la Politica

Repetita

Quando il cuore e la politica perderanno la maiuscola,
nessuno si meraviglierà se vede crescere giardini in mezzo ai casermoni urbani
e donne costruire palazzi
di città sconosciute.

“Se hanno dovuto faticosamente, tra mille inganni e ostacoli, “prendere coscienza” di un’oppressione, peraltro evidente, e sopportare che questa lucidità si rivelasse estremamente fragile, pronta a scomparire dopo ogni piccola conquista, gli uomini, ragionando su una rappresentazione del mondo prodotta dalla storia dei loro simili hanno evidentemente una via di accesso più facile alla messa a nudo del sessismo, delle logiche d’amore e di violenza che lo sostengono, nonostante i progressi della civiltà. Perché allora quella difesa estrema, sempre meno convinta eppure ostinata, della neutralità, che si esprime non solo nel cancellare dalle analisi politiche il rapporto tra i sessi, ma anche in quella copertura che è la sua distorta collocazione tra le questioni sociali: emarginazione, cittadinanza incompleta, sfruttamento economico, beni comuni, ecc.?”

 

“Per quanto riguarda gli uomini, viene invece il sospetto che “sappiano” e che sia proprio l’evidenza del privilegiotoccato loro storicamente e diventato “destino”, copione di comportamenti obbligati, a dover essere in qualche modo aggirata, perché colpevolizzante e quindi innominabile.

La comunità storica maschile ha visto cadere imperi, muraglie, confini, odi che sembravano irriducibili, eppure esita a far cadere le fragili pareti che separano la sua civiltà dalla porta di casa, l’immagine della sua “virilità” pubblica dalla posizione di figlio,fratello, padre, marito, amante.”

Articolo pubblicato su Comune-info.net il 25 ottobre 2015, ‘Il circolo degli uomini e i privilegi rimossi’

 

Mostra sul ’68: inattuale…o attuale più che mai?

Roma – Il ‘ 68 va in Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea

Una ricorrenza…Ma c’è anche chi ha fatto di quell’ “inizio” il senso di una vita.

“Antiautoritarismo diventa, nelle pratiche della dissidenza, appello contro l’ “integrazione”, smascheramento delle logiche di dominio che, interiorizzate precocemente, producono consenso, accettazione passiva di un sistema “la cui regolazione è già prevista in anticipo.”

Inattuale…o più attuale che mai?

Verso il 25N

La grande determinazione e forza.

”A distanza di un anno, il 25/11/2017, Non Una Di Meno porterà di nuovo in piazza non solo i corpi di migliaia di donne ma anche un’elaborazione collettiva nazionale, una proposta politica, un piano femminista dal basso, un piano d’azione concreta e ragionata, per affrontare la violenza di genere e attaccarla sino alle sue radici. Certo, avendo convocato un grande corteo nazionale, la sfida che ci si pone di fronte è altrettanto grande, ma crediamo che manifestare a Roma, la sede delle maggiori istituzioni italiane, sia un segnale importante: non ci fermeremo finché ogni riga del nostro Piano non verrà applicata, finché non si smetterà di fare profitto, violenza e ingiustizia sui nostri corpi e sulle nostre vite.”

Articolo correlato: qui

“Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero”, di F. Jullien

Rileggersi, percorrere all’indietro tracciati di vita scheggiati da una memoria dolorosa, restia a nominarsi, lasciare che le lacrime aprano con dolcezza la via al congedo così come alla possibilità di scoprire , nel testo che si ha alle spalle le risorse
che aprono la strada alla “ripresa”, o a quella che Francois Jullien, chiama “la seconda vita”.

“La rilettura non è solo più radicale ma, andando più a fondo in quello che allora appariva privo di fondo, è anche più iniziale. Tutte le letture precedenti, capitalizzandosi e decantando, hanno predisposto una capacità più acuta, più affilata, per approcciare l’opera facendone non più la scoperta ma lo scoprimento…”

“Ci sono le vite che ‘si riprendono’, le vite riformate, e le altre. Le nostre vite, infatti, si misurano in base alla capacità non tanto di sopportare le disgrazie che le colpiscono dal di fuori (…) quanto di tenere gli occhi il più possibile aperti sul negativo interno alla vita stessa attivando contestualmente la vita. E senza compensazioni o sostituzioni. Da qui discende la lucidità, che costituisce il punto di appoggio per un rilancio della vita e la ‘possibilità’ di una seconda vita.”

(da F.Jullien, “Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero”, Feltrinelli 2017)’

Alfabeto d’origine – frammenti

Il dialetto

“La fedeltà al dialetto, che mi ha consentito di imparare come unica lingua straniera l’italiano, anziché estendere la geografia del pensiero e indurla a rivisitare i luoghi da cui è nata, ha congelato i piedi e le gambe nel ricordo di strade oggi irriconoscibili, e ha costretto un tempi lunghissimo della vita a nascondersi dietro segnali di difficile traduzione”.

Corrispondenze amorose

“Corpi di altre scritture, sottratte ai loro tempi e luoghi e frammentate quanto basta per fartele amiche, parenti, amanti.”

***

Riconoscere le proprie radici e l’impronta duratura che lasciano dentro di noi, e’ importante. Ma non e’ detto che sia quello per tutti il luogo della nostalgia e del ritorno, soprattutto se si e’ conosciuta la liberta’ di sentirsi a casa dovunque.

(Per l’immagine di copertina – un dipinto di Vanessa Bell- ringrazio Susanna e Marina Avitabile, che me l’hanno suggerita.)

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