Rileggersi, percorrere all’indietro tracciati di vita scheggiati da una memoria dolorosa, restia a nominarsi, lasciare che le lacrime aprano con dolcezza la via al congedo così come alla possibilità di scoprire , nel testo che si ha alle spalle le risorse
che aprono la strada alla “ripresa”, o a quella che Francois Jullien, chiama “la seconda vita”.
“La rilettura non è solo più radicale ma, andando più a fondo in quello che allora appariva privo di fondo, è anche più iniziale. Tutte le letture precedenti, capitalizzandosi e decantando, hanno predisposto una capacità più acuta, più affilata, per approcciare l’opera facendone non più la scoperta ma lo scoprimento…”
“Ci sono le vite che ‘si riprendono’, le vite riformate, e le altre. Le nostre vite, infatti, si misurano in base alla capacità non tanto di sopportare le disgrazie che le colpiscono dal di fuori (…) quanto di tenere gli occhi il più possibile aperti sul negativo interno alla vita stessa attivando contestualmente la vita. E senza compensazioni o sostituzioni. Da qui discende la lucidità, che costituisce il punto di appoggio per un rilancio della vita e la ‘possibilità’ di una seconda vita.”
(da F.Jullien, “Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero”, Feltrinelli 2017)’