La politica del desiderio

Scrive Roberto Ciccarelli:

‘La forza di allargarsi “senza far uso di bibbie”. Ciò che conta non è l’oggetto del desiderio, ma lo stato di desiderio. Quella da cercare è un’ostinata obiezione di incoscienza. Lea Melandri scrive del “desiderio dissidente” di Elvio Fachinelli, probabilmente l’eredità più appassionante di una stagione così lontana, così presente. #Sessantotto cinquant’anni dopo’

Entrati nel cinquantenario -1968/2018, ripropongo con piacere l’originale lettura che di quella rivoluzione culturale e politica fece lo psicanalista Elvio Fachinelli.

Per leggere l’articolo di Lea pubblicato su Comune-info.net il 21 dicembre 2015, clicca qui

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Prima che sia troppo tardi

Viviamo tempi in cui cadono consolidate costruzioni di senso. Così, spiega Lea Melandri, è la natura ferita, sono le donne, i bambini, gli impoveriti a dire il dolore e la distruttività nascosti dietro la facciata di un mondo che si è creduto “civile”. Abbiamo bisogno, per dirla con Elvio Facchinelli, di una nuova e profonda “capacità di immedesimazione in cui noi, feriti, diventeremmo madre di creature ferite”, abbiamo bisogno di “una caduta, simile alla pioggia che cade su terra scura a primavera…”

Articolo pubblicato il 23.XII.2017 su comune-info.net, clicca qui

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La forza e la debolezza delle donne

LA FORZA E LA DEBOLEZZA DELLE DONNE
In modo sempre più pressante negli ultimi anni le donne denunciano in molti modi l’insopportabilità della loro condizione, ma poi molte, scrive Lea Melandri, sembrano riluttanti a modificarla.È solo per sottomissione al potere maschile o c’è qualcosa che non vogliono abbandonare? Ancora una volta sono due coscienze femminili anticipatrici come Sibilla Aleramo e Virginia Woolf a fornire sguardi profondi da cui ripartire.

Per leggere l’articolo pubblicato su comune-info.it il 18.XI.17, clicca qui

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‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’

A seguito della tavola rotonda che si è tenuta a Roma -sabato ore 19 al Festival IMPUNITA dedicati a Don Milani e alla sua ” buona scuola”, riporto un mio articolo su Elvio Fachinelli, sulla lettura che fece di Lettera a una professoressa e sulle successive riflessioni sul rapporto individuo e collettivo.

‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’, “Tysm”. Pubblicato il 6 ottobre 2015. (Ultimo accesso: 27 ottobre 2017. http://tysm.org/individuo-collettivo-ne-ricorda-piu/

 

Facciamola finita col Cuore e la Politica

Repetita

Quando il cuore e la politica perderanno la maiuscola,
nessuno si meraviglierà se vede crescere giardini in mezzo ai casermoni urbani
e donne costruire palazzi
di città sconosciute.

“Se hanno dovuto faticosamente, tra mille inganni e ostacoli, “prendere coscienza” di un’oppressione, peraltro evidente, e sopportare che questa lucidità si rivelasse estremamente fragile, pronta a scomparire dopo ogni piccola conquista, gli uomini, ragionando su una rappresentazione del mondo prodotta dalla storia dei loro simili hanno evidentemente una via di accesso più facile alla messa a nudo del sessismo, delle logiche d’amore e di violenza che lo sostengono, nonostante i progressi della civiltà. Perché allora quella difesa estrema, sempre meno convinta eppure ostinata, della neutralità, che si esprime non solo nel cancellare dalle analisi politiche il rapporto tra i sessi, ma anche in quella copertura che è la sua distorta collocazione tra le questioni sociali: emarginazione, cittadinanza incompleta, sfruttamento economico, beni comuni, ecc.?”

 

“Per quanto riguarda gli uomini, viene invece il sospetto che “sappiano” e che sia proprio l’evidenza del privilegiotoccato loro storicamente e diventato “destino”, copione di comportamenti obbligati, a dover essere in qualche modo aggirata, perché colpevolizzante e quindi innominabile.

La comunità storica maschile ha visto cadere imperi, muraglie, confini, odi che sembravano irriducibili, eppure esita a far cadere le fragili pareti che separano la sua civiltà dalla porta di casa, l’immagine della sua “virilità” pubblica dalla posizione di figlio,fratello, padre, marito, amante.”

Articolo pubblicato su Comune-info.net il 25 ottobre 2015, ‘Il circolo degli uomini e i privilegi rimossi’

 

Repetita…

“E’ importante perciò che si dica che la violabilità del corpo femminile – la sua penetrabilità e uccidibilità – non appartiene all’ordine delle pulsioni “naturali”, ai raptus momentanei di follia, o alla arretratezza di costumi “barbari”, stranieri, ma che sta dentro la nostra storia, greca romana cristiana, a cui si torna oggi a fare riferimento per differenziarla dalla presenza in Europa di altre culture.”

Articolo pubblicato il 24 nov. 2015 su ‘L’Internazionale’, fonte

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Il corpo

Riprendo un articolo di un anno fa in vista di un incontro a Roma a fine ottobre, con le Cattive Maestre, che hanno riattualizzato, con mio grande piacere, le esperienze del movimento non autoritario e del femminismo riguardanti le problematiche del corpo.

“Si fissa per la prima volta l’attenzione su quella zona intermedia, che sta tra i poli astrattamente contrapposti di natura e cultura, che è il “vissuto”, percezione di sé sospesa tra sogno e realtà, inconscio e coscienza, memoria remota della specie e riflesso di un particolare contesto storico.”

Articolo pubblicato il 25 settembre 2016 su Comune-info.net, fonte 

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Degne o indegne. Ma agli occhi di chi?

Gianluca Carmosino commenta:DEGNE O INDEGNE. MA AGLI OCCHI DI CHI?
L’uscita del senatore Vincenco D’Anna ha parentele ideologiche, filosofiche, scientifiche in alto loco e molti precedenti. “Sante” o “puttane”, degne o spudorate, è con il dominio dello sguardo dell’uomo, spiega Lea Melandri, che si è costruita la “natura” femminile [ph Nilde Guiducci]

L’articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2017 su Comune-info.net, clicca qui

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