‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’

A seguito della tavola rotonda che si è tenuta a Roma -sabato ore 19 al Festival IMPUNITA dedicati a Don Milani e alla sua ” buona scuola”, riporto un mio articolo su Elvio Fachinelli, sulla lettura che fece di Lettera a una professoressa e sulle successive riflessioni sul rapporto individuo e collettivo.

‘Individuo e collettivo: chi se ne ricorda più?’, “Tysm”. Pubblicato il 6 ottobre 2015. (Ultimo accesso: 27 ottobre 2017. http://tysm.org/individuo-collettivo-ne-ricorda-piu/

 

Un’adorazione vorace

Grazie Marco Dotti
” Si può parlare dell’amore per i bambini anche per il pedofilo”?
-“tali disastri possono essere generati dall’amore stesso?”
-“come è possibile che gli adulti, che sicuramente amano i bambini, siano in grado di infliggere loro anche tanti supplizi?”.
In altre parole: che cosa lega l’amore alla violenza, l’attrazione per ciò che il bambino rappresenta -la vita che si rigenera, la nostalgia della beatitudine infantile, il corpo a corpo con la madre, l’immortalità, ecc.- e le pulsioni distruttive? Un interrogativo che potremmo porci anche per i rapporti di coppia, per le relazioni amorose adulte: non si uccide una donna per amore, ma l’amore c’entra, se è vero che a uccidere sono mariti, fidanzati, amanti, cioè persone legate sentimentalmente alla vittima.

Articolo pubblicato l’8.II.2017 “Tysm”. Last accessed 8 febbraio 2017. Per leggerlo tutto, clicca qui

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Eredi di una libertà controversa

“La violenza più insidiosa e più lenta da sradicare si capi’ allora che era l’aver forzatamente fatta propria la rappresentazione del mondo dettata dal sesso vincente, la collusione involontaria tra la vittima e l’aggressore. Si prospettava un processo di liberazione e di autonomia che abbracciava territori di esperienza fino allora separati e contrapposti –la famiglia e la società, la sessualità e la politica, l’individuo e la collettività, la biologia e la storia- per il quale non sarebbe bastata certo una generazione.”

Da un articolo pubblicato su tysm il 21.I.2016, per leggerlo clicca qui

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Appartenenze e condivisione di intimità le nuove forme di vivere insieme?

“Nessuno è più nel luogo dov’è, nessuno parla più a chi ha di fronte, nessuno pensa più di avere beni in comune con altri da difendere. Eppure, in quelle “intimità” portate fuori dalle case, dalle famiglie, dalle coppie, dalla cerchia ristretta degli amici, gridate nello spazio pubblico da cui sono state per millenni escluse, ognuno, se avesse voglia di prestare ascolto, potrebbe leggere passioni, gioie, sofferenze, che sono dell’umanità, prima che di questa o quella particolare cultura”.

”Appartenenze e condivisione di intimità le nuove forme del vivere insieme?”, su Tysm. Pubblicato il 26 aprile 2016. Ultimo accesso: 28 ottobre 2016. Clicca qui per leggere l’articolo completo

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