E sul settimanale F…il cinquantenario ’68 comincia dalle “100 donne che amiamo”.
Contenta di essere nell’elenco, e qui in ottima compagnia.
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Recensione di ‘Alfabeto d’origine’
Se oggi è giornata di doni e di sogni realizzati, io ne ho ricevuto uno inatteso ed emozionante: la straordinaria profonda lettura che del mio libro ha fatto Carlotta Cossutta.
Grazie di cuore a Carlotta e ad Assunta Sarlo per la pubblicazione sulla sua rivista.
Recensione pubblicata su http://www.cultweek.com il 6 gennaio 2018, fonte
A Elvio Fachinelli, nella ricorrenza della sua morte avvenuta a Milano il 21 dicembre 1989.
Psicanalista, geniale interprete della dissidenza giovanile degli anni ’70, e del rapporto tra psicanalisi e politica, individuo e società, biologia e storia, il suo pensiero e la sua pratica politica,
dal movimento non autoritario nella scuola alla rivista “L’erba voglio”, sono oggi di straordinaria attualità, come tentativo di portare la politica “alle radici dell’umano”, fuori dalla “rovinosa dialettica” che ha segnato finora lo sviluppo della civiltà.
Frammenti (di riflessione e buon augurio)
“La rivoluzione, come il desiderio, è inevitabile e imprevedibile, e non finirà mai di sconvolgere i custodi del terreno dei bisogni”.
“Solo un agire che riesca a trasferire su di sé la capacità di mutamento che è ora del sogno, potrà eliminare la necessità di quei sogni; un agire che spezzi la separazione tra sogno (impossibile) e realtà (più che possibile). Di qui, l’indicazione politica: per poter veramente lavorare con la gente, per poterla concretamente toccare, bisogna passare, e non è ironia, proprio attraverso i suoi sogni.”
“Le nostre idee, che ci augureremmo di sentire fischiettare la mattina dal garzone del fornaio, propongono comportamenti, modo di agire, anche insoliti, e questi movimenti reali, di tutto il nostro corpo, a loro volta criticano seriamente le nostre idee”.
“…per incontrare Edipo bisogna trovarsi sulla strada di Tebe; bisogna che l’analista costituisca in altri luoghi condizioni, possibilità, linguaggio dell’interrogazione analitica…L’ascolto analitico deve manifestarsi come capacità di percepire il negativo, l’irregolare, l’aritmico, le situazioni che, appena accennate, e quali che siano, rischiano di essere subito soffocate o, meglio ancora, inquadrate e funzionalizzate (…) in più, deve però anche manifestarsi come capacità e possibilità di interrogare i tentativi che, spesso in modo rozzo, elementare, disordinato, vengono continuamente sorgendo nella nuova generazione come risposta a nuovi problemi”.
“Il mondo che lo foggia (il mondo della madre-la madre come mondo) è un mondo corpo in continuazione con il suo, prima, poi comunicante con esso; un corpo che lo tocca, lo accarezza, lo nutre, lo fa sobbalzare, lo tratta con delicatezza oppure no, con esitazione oppure no; un corpo che gli comunica caldo, freddo, equilibrio, squilibrio, pressione, contatto, odori, ritmo, suoni(…) Quest’esperienza traccia alcune linee fondamentali nel bambino come corpo desiderante e comunicante, sulle quali si innesta poi l’universo del linguaggio. E’ questa una esperienza che, mentre a sua volta modella il bambino, presuppone quell’esperienza precedente; vale a dire: il simbolico presuppone quei privati simboli corporei”.
“Dal fondo del torpore, quasi dal sonno, un pensiero solitario (…). Dalla foresta appuntita delle difese non si esce. Ma invece accoglimento, accettazione, fiducia intrepida verso ciò che si profila all’orizzonte. Nausicaa, Ulisse. Le regge di Creta aperte verso il mare, senza difese (…) Anche per la scoperta freudiana fu così? Un’accettazione di qualcosa che veniva, in un certo senso, dall’esterno, dopo un estenuante brancolare? Bisognerebbe rileggere le origini della psicanalisi da questo punto (…) Il sogna osa generalmente più di quanto si permetta il sognatore da sveglio. Di qui l’idea di Freud di trasferire questo oltrepassamento alla coscienza vigile nella cura dei nevrotici. Il sogno testimonia di ciò che vuoi essere –ciò che puoi essere, allora”
Nella foto: con Elvio Fachinelli
Anche lo Stato ha un Piano…
Anche lo Stato ha un Piano…
Previsto, prevedibile, e soprattutto tempestivo, visto la ricorrenza del 25 novembre, cala dall’alto il secondo Piano nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Che un movimento o una Rete di donne, NUDM, di cui fa parte anche l’associazione nazionale dei Centri Antiviolenza -D.I R.E’ -sia venuta elaborando nel corso di un anno, dopo la grande manifestazione del 26 novembre scorso, attraverso tre convegni nazionali e un’infinità di assembee cittadine, un Piano collettivo articolato su tutti gli aspetti della violenza maschile -sessismo, razzismo, salute produttiva e riproduttiva, linguaggio dei media, scuola educazione di genere, precarietà femminilizzazione del lavoro, ecc.’, non si è tenuto alcun conto.
Il rapporto mancato tra movimenti e istituzioni resta una delle ragioni principali della crisi della democrazia, dell’estraneita’ e della sfiducia crescente nei confronti della rappresentanza e della politica in generale.
Per leggere il piano messo a punto da Non una di meno, clicca qui.
Per Alessandra Bullegas
Per Alessandra Bullegas
(dal 2014)
In una breve riflessione, pubblicata nel libro “Come nasce il sogno d’amore”, scrivevo:
“Gli uomini hanno tracciato confini, e coi confini hanno diviso le donne. Ma se una madre offre un fiore a una figlia, chi può impedire che crescano ovunque gli stessi giardini?”.
Oggi è una ‘figlia’ che offre un fiore a una ‘madre’, un dono raro quale è una tesi di laurea dedicata, come si legge nell’Introduzione, “a una delle più grandi figure ancora viventi del panorama femminista italiano”.
Contenta di essere ancora tra i viventi, voglio ringraziarla pubblicamente per aver ripercorso con tanta cura e profondità gli andirivieni del mio pensiero, della mia scrittura e del mio lungo impegno nel movimento delle donne. Ad accomunarci è stato anche l’amore per la Sardegna –Alessandra Bullegas vive nel Sulcis- e il mio legame con l’isola di Carloforte, a cui è dedicato un capitolo della sua ricerca.
“Questo lavoro -scrive nelle pagine conclusive Alessandra- mi ha portato a dimostrare che il femminismo è tutt’altro che un movimento del passato, un’idea degli anni delle rivolte o addirittura un movimento silenzioso o morto, come spesso viene considerato. Al contrario, è una corrente di pensiero che esiste e resiste soprattutto in questi anni, gli anni delle false conquiste delle donne, gli anni della strumentalizzazione del corpo, della mercificazione della persona e del rifiuto di riconoscere una diversità che non dovrebbe quella dei diritti dei due generi ma delle peculiarità di entrambi.”
Alessandra Bullegas si è laureata da poco all’Università di Cagliari- Facoltà di Studi Umanistici- Corso di Laurea in Lingue e Comunicazione. A lei il mio ringraziamento e i miei affettuosissimi auguri.
Mostra sul ’68: inattuale…o attuale più che mai?
Roma – Il ‘ 68 va in Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea
Una ricorrenza…Ma c’è anche chi ha fatto di quell’ “inizio” il senso di una vita.
“Antiautoritarismo diventa, nelle pratiche della dissidenza, appello contro l’ “integrazione”, smascheramento delle logiche di dominio che, interiorizzate precocemente, producono consenso, accettazione passiva di un sistema “la cui regolazione è già prevista in anticipo.”
Verso il 25N
La grande determinazione e forza.
”A distanza di un anno, il 25/11/2017, Non Una Di Meno porterà di nuovo in piazza non solo i corpi di migliaia di donne ma anche un’elaborazione collettiva nazionale, una proposta politica, un piano femminista dal basso, un piano d’azione concreta e ragionata, per affrontare la violenza di genere e attaccarla sino alle sue radici. Certo, avendo convocato un grande corteo nazionale, la sfida che ci si pone di fronte è altrettanto grande, ma crediamo che manifestare a Roma, la sede delle maggiori istituzioni italiane, sia un segnale importante: non ci fermeremo finché ogni riga del nostro Piano non verrà applicata, finché non si smetterà di fare profitto, violenza e ingiustizia sui nostri corpi e sulle nostre vite.”
Articolo correlato: qui
Sulla manifestazione indetta dalla Cgil
“Anche D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, che rappresenta 80 centri antiviolenza a livello nazionale, ha deciso di non aderire all’appello della Cgil perché, “in quanto realtà fondatrice della rete Non una di meno, è da tempo mobilitata e impegnata per le manifestazioni del 28 settembre per l’aborto sicuro, pur esprimendo il suo apprezzamento per l’attenzione della Cgil nazionale e della Cgil donne ai temi della violenza maschile e al ruolo cardine dei centri antiviolenza nel contrastarla e prevenirla”.
Per approfondimenti: articolo su IlSalto, clicca qui
3 ottobre 2017 – Galleria Nazionale Roma – Mostra sul ’68
Il femmismo: la rivoluzione più lunga.
– 1977. Foto di Tano D’amico (I foto)
– Milano 28 settembre 2017. Foto di Marta Andriola del collettivo Ri-make di Milano (II foto)
Link Galleria, clicca qui
Per lo ius soli e lo ius culturae
“Le ragioni dello sciopero. Il motivo dello sciopero è molto semplice: ho in classe alcuni bambini stranieri che, secondo la legge attualmente in vigore, non hanno e non avranno mai la cittadinanza italiana. Questo mi sembra così ingiusto da mettere in discussione alla radice il mio lavoro. Ogni giorno, infatti, come moltissime altre ed altri insegnanti, cerco di dare valore e dignità ai pensieri e alle parole di tutte le bambine e bambini che ho davanti partendo da una premessa indispensabile per chi voglia educare: considerare tutti gli esseri umani portatori di uguali doveri e diritti elementari.”
Franco Lorenzoni, maestro elementare ( Ferrara)
Articolo pubblicato su Repubblica.it il 2 ottobre 2017, fonte