Artemisia: Melandri e Mojana la raccontano così

Una femminista storica e una storica dell’arte ci raccontano la loro idea della vita di Artemisia e della centralità della pittura molto più che della vicenda dello stupro. Una visione differente dalla rappresentazione della mostra di Palazzo Reale.
Lea Melandri e Marina Mojana

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‘Arrivo a Milano’

La prima di sette puntate su Il femminismo a Milano, realizzato grazie a Memomi.3d.
Le altre si trovano sul sito Lud.

‘Prima puntata di “Il femminismo a Milano”. Da una scuola di provincia alle manifestazioni femministe che hanno segnato un secolo. Il racconto appassionante di una protagonista del femminismo milanese: Lea Melandri.’

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La storia del femminismo milanese

Scrive Eleonora Cirant:

”Il femminismo a Milano raccontato da Lea Melandri, quinta puntata. Dal 1975 ai Centri documentazione delle donne degli anni Novanta. Tra gli altri fatti raccontati: gli appuntamenti nazionali, il dibattito sulla violenza, il gruppo sulla scrittura. E’ anche in questa storia che ritrovo le mie radici.’

Chi fosse interessata/o alle altre 6 puntate sul Femminismo milanese, può trovarle sul sito http://www.universitadelledonne.it , qui.

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Verso il 26.XI

Grazie a Cristina Obber che mi hai ricordato la fiaccolata che si tenne a Milano per ricordare Stefania Noce e per dire basta alla violenza contro le donne, in tutte le sue forme, private e pubbliche.
Riprendo il video di GIULIA. globalist.it
perché lo ritengo purtroppo ancora attuale e come invito a partecipare alla manifestazione del 26 novembre a Roma.

Intervista a Lea Melandri del 26.I.2012

 

Il femminismo, la sua storia

“Una geografia non una genealogia, paesaggi inquinati ma dove può nascere movimento e libertà” (“Lapis”, 1987-1997)
Pensare alla trasmissione del sapere femminista in termini generazionali, significa -come dice giustamente Judith Butler- riportarli dentro una struttura famigliare di madri e figlie:
“Dobbiamo chiederci se pensare alle differenze generazionali in questi termini sia il modo migliore per farlo, dal momento che alcune donne non sono madri, non vogliono esserlo, ma fanno parte del femminismo e questa loro scelta è protetta dal femminismo stesso. Altre femministe, invece, hanno avuto figli ma il loro femminismo non si basa sul fatto che siano madri -è successo loro di diventare madri, ma non per questo portano avanti un femminismo materno.
E alcune delle più giovani possono benissimo presentarsi non come “figlie” delle generazioni più anziane ma come “studentesse”, ad esempio, o come parte di una relazione complessa in cui imparano da loro, resistono loro, o addirittura si distanziano da loro.
La metafora famigliare mi preoccupa perché il femminismo deve pensarsi anche al di là dei termini della famiglia, per cogliere le nuove forme di intimità, le nuove reti di alleanze e i cambiamenti che sono avvenuti nell’idea della parentela e nei ruoli genitoriali.
A dire la verità, aspetto con ansia un pensiero sulle nuove forme di parentela che non siano solo quelle tra madri e figlie.
Le donne devono esistere in spazi e in relazioni che non siano completamente circoscritte dalla famiglia. Questa è la libertà delle donne. Se ricorriamo alla struttura famigliare per comprendere i legami tra donne ricostruiamo la famiglia come luogo proprio delle donne.”
(da “Il genere tra neoliberismo e neo fondamentalismo”, a cura di Federico Zappino, Ombre corte 2016)
Nella video intervista di Federica Mazzotta Di Pietro: con Alessandra Ghimenti

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Incontro a Cosenza: ”Violenza invisibile e violenza manifesta nel percorso del femminismo in Italia”

Cosenza, sabato 4 giugno ’16 a Villa Rendano, Lea Melandri relazionerà a proposito del tema“Violenza invisibile e violenza manifesta nel percorso del femminismo in Italia”.
Lea Melandri è una importante saggista e giornalista. Durante gli anni ’70 è stata attivista per il movimento delle donne e dal 2011 dirige la “Libera università delle donne” di Milano. Si tratta di una delle figure di maggior rilievo nell’ambito della riflessione di genere e della storia del femminismo nel nostro paese. È autrice di numerosi libri, fra i quali Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia (2001) e Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà (2011).
Dialogheranno con Lea Melandri
Anna Petrungaro – Delegata del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”
Daniella Ceci – Responsabile Formazione del Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”
Antonella Veltri – Consiglio Nazionale “D.i.re”(Donne in Rete).
L’incontro costituisce l’evento conclusivo del “Corso di formazione per volontarie e operatrici” organizzato dal Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino” di Cosenza.
La Fondazione Giuliani è particolarmente orgogliosa di patrocinare questo pomeriggio di studio e riflessione su temi di così grande rilievo.

Qui, il video