”Molestie, desiderio e autodeterminazione: serve una nuova cultura del consenso”

Un articolo che vale davvero la pena di leggere per intero.

“Resistere a una cultura dello stupro e dell’abuso deve implicare molto di più del semplice insistere sul diritto individuale di dire di no – sebbene sia questo un dignitoso punto di partenza e un difficile concetto da concepire per alcun persone che marciscono davanti a YouPorn. E c’è un motivo per questo.

Il motivo per cui la nozione di un reale, continuo ed entusiasta consenso sessuale è così oltraggiosa, è che l’agire sessuale femminile – inteso come desiderio attivo di per sé – è ancora spaventoso.

La nostra cultura ha ancora pochissimo spazio per l’idea che le donne e le persone queer, quando viene data loro la possibilità, vogliono e godono del sesso tanto quanto gli uomini.

Molto prima di essere grandi abbastanza da iniziare a pensare di farlo, le ragazze vengono già allenate a immaginare il sesso come qualcosa che subiranno, piuttosto che qualcosa che potrebbero dare loro piacere.”

Fonte: Pasionaria,’ Molestie, desiderio e autodeterminazione: serve una nuova cultura del consenso’, pubblicato il 22 ottobre 2017, clicca qui

‘Gender creative: la libertà di genere non è una moda’

Ethan Eretico Bonali:

“Il diritto alla felicità e all’autodeterminazione nascono con il soggetto e non possono essere sospesi in nome e dietro l’idea della tutela. La tutela passa dall’ascolto dei desideri e delle necessità espresse da un essere umano che non ha ancora le forze per contrastare da solo i meccanismi di potere nei quali è già immerso quando nasce.”

Articolo pubblicato su Abbatto i Muri il 10 gennaio 2017

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“Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi!”

Non Una Di Meno

L’8 marzo vogliamo ribadire che la nostra AUTODETERMINAZIONE SESSUALE E RIPRODUTTIVA non si tocca, che sul nostro piacere, sulla nostra salute, sulle nostre scelte e sui nostri corpi decidiamo noi, che siamo orgogliosamente anomale, sproporzionate, poco produttive e disfunzionali. L’8 marzo scioperiamo: ci asteniamo dall’attività produttiva e riproduttiva per riappropriarci dei nostri corpi. Perché ogni giorno delle nostre vite vogliamo sottrarci alla violenza medica e ostetrica, liberare le nostre scelte, godere pienamente di tutto ciò che i nostri corpi possono e desiderano. Crediamo che lottare per la nostra salute sessuale e riproduttiva voglia dire riappropriarci del nostro piacere e mettere in discussione le logiche medicalizzanti e patologizzanti.
Scioperiamo per reclamare il diritto all’aborto libero e perché nessuna sia obbligata alla maternità”
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Sosteniamo Zingaretti e il bando dell’Ospedale San Camillo di Roma contro chi non ha il coraggio di attaccare direttamente la Legge 194 e usa tutti i mezzi per renderla inapplicabile. Facciamo in modo che diventi un esempio, una “buona pratica” per tutti gli ospedali dove la presenza pressoché esclusiva di obiettori di coscienza impedisce di fare aborti.
“Giuseppe Lavra chiede al presidente della Regione Lazio di revocare l”’atto iniquo” della assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all’aborto. Lavra chiede anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la FNOMCEO, di pronunci su questa vicenda. “Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza – spiega – ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica”.
Pronta la replica della Regione Lazio: “Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso l’ospedale San Camillo, – spiega una nota – non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti,tra i requisiti previsti,all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio.”
(Il Fatto Quotidiano)

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Sarantis Thanopulos sul rapporto tra amore e potere, amore e violenza.

Articolo de “Il Manifesto”, 18/6/2016 (clicca qui per leggerlo)
“L’amore è come la guerra: la ‘correttezza’ non è il suo luogo preferito. La sua etica è, tuttavia,molto forte. Più esattamente: l’unica etica possibile è quella dell’amore. Nessuna reale soddisfazione erotica è raggiungibile in assenza del rispetto del desiderio dell’altro e di una relazione paritaria sul piano dell’impegno amoroso. La passione deve rispettare, per persistere, ciò che più la contraddice: la libertà, l’autodeterminazione del suo oggetto.”
“Tutte le volte che l’uomo sfrutta il vantaggio, si stacca dal legame erotico tra soggetti vivi e liberi: si trova schiacciato nella posizione di un essere supposto superiore (un automa), dominante su un essere designato come inferiore, ma proprio per questo più sano e meno alienato dalla propria costruzione sociale.Più si identifica col potere, più si priva delle sue possibilità di godimento.”