L’articolo di Enrico Franceschini oggi su Repubblica- L’insostenibile pesantezza della solitudine- ci informa che da un test (sia pure discutibile) di un gruppo di scienziati dell’ University of Virginia, risulta che, in assenza degli abituali mezzi di comunicazione -cellulari, computer, televisione, ecc.- le persone non riescono a stare sole coi propri pensieri, se non per un tempo limitatissimo.
Un po’ malignamente penso che non era necessario un test per sapere che le persone, sottopposte all’ invasivita’ di tutto cio’ che viene dall’esterno, hanno sempre meno “pensieri propri”, e che, anche quando li hanno, sono spinte ad esternarli e condividerli. Conservare qualcosa
di “proprio”, quanto a pensieri, sentimenti, emozioni, sogni o altro, e’ la sfida a cui ci troviamo di fronte ogni volta che apriamo la nostra pagina fb.