Divagazioni

Divagazioni
Paese nativo e paese di elezione.
Quale il luogo della nostalgia e del ritorno?
Gli alberi, le fioriture primaverili, le macchie gialle del grano, le sponde di un canale e persino i campi arati, non hanno mai smesso di commuovermi, di raccontare, attraverso parole inarticolate e subito respinte, di altre ben più precise sensazioni e sentimenti ormai sepolti, come la vecchia cascina abbandonata tra moderne costruzioni industriali, dentro una pietosa coltre di rampicanti.
Ma quando ho voluto ritrovare la natura, ho cercato paesaggi molto diversi da quello a me noto: le Dolomiti splendenti di neve in inverno, e, nel pieno calore dell’estate, le rocce striate di rosa e di bianco, i fondali verde-azzurri dell’isola di San Pietro (Carloforte). Paese di elezione, unico sogno di armonia riuscito, amore che si rinnova con immutata intensità a ogni inizio estate.
Chi può dire dove e quale sia per ogni singola vita il luogo della nostalgia e del ritorno? Una grotta corrugata da onde instancabili, abissi marini particolarmente luminosi, muovono tempeste inaspettate di pensieri, evocano drammaturgie senza tempo, che ci sono inconsapevolmente famigliari. All’opposto, le pietre di una casa mangiate dal tempo, dall’incuria e dalla voracità delle piante selvatiche, mandano un’eco sbiadita, impercettibile, dei corpi, delle voci e delle passioni che l’hanno abitata per un tratto non breve di anni.
L’armonia che altri ha cercato nel sogno d’amore alita per me intorno alla figura bianca e silenziosa del traghetto che mi porta da trent’anni a Carloforte: felicità di ritorni e riprese legati in sintonia come l’ora serale che vede aprirsi il fiore del cappero e chiudersi quello dell’ibisco.
(Da Le passioni di Lea, a cura di Piera Nobili, Maria Paola Patuelli, Serena Simoni, Longo Editore, Ravenna, 2007)

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