E adesso sappiamo dove “SI FA SINISTRA “

“Quella della coerenza tra parole e fatti è stata la traccia principale del III Incontro mondiale dei movimenti popolari, e Mujica è intervenuto, appunto, su questo tema e sulla crisi della democrazia rappresentativa, «sequestrata» – dai grandi poteri che la svuotano di contenuti, finendo per usarla a scapito dei settori popolari. E nella Lectio magistralis tenuta agli studenti, con parole semplici e poetiche, in fin dei conti ha nuovamente spiegato i concetti base del marxismo e l’alienazione di un individuo atomizzato e sfruttato, preda delle sirene del consumismo.
Perché si sente vicino al papa Bergoglio, il marxismo deve cedere il passo proprio su Terra, Casa e Lavoro?”
‘….siamo prigionieri di una ragnatela che ti presenta le cose al contrario, ti rende dipendente dal possesso compulsivo di oggetti. Bisogna mettere dei limiti, vivere con sobrietà. Non dico con austerità, perché la parola può far pensare all’austerità imposta dal capitalismo, dai piani di aggiustamento strutturali. Dico, però, che tante cose non ci servono, ci serve piuttosto recuperare tempo. La politica è insita nel nostro essere sociali, del vivere in società. E si deve scegliere: per passione, però, non per denaro. Se proprio uno ci tiene ad accumulare denaro, meglio che si dedichi al commercio, agli affari. Chi fa politica deve vivere come vive la maggioranza del popolo. Il papa dice queste cose. Il suo è un messaggio politico. Aiuta a interrogarci sulla globalizzazione, sulla necessità di un cambiamento strutturale, accoglie le ragioni di un’umanità dissidente non inclusa che vuole contare nelle decisioni. Usa la mistica e le risorse della chiesa per diffondere un messaggio universale contro le disuguaglianze, la guerra. Il marxismo, certo. Non posso però dimenticare quel che mi disse una volta un compagno, tornando dai paesi dell’est: hanno lo sguardo spento…”
Nella foto: Papa Bergoglio e Pepe Mujica

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Psicanalisi e politica

Negli anni ’70 la psicanalisi ha fatto una breve incursione nella politica e l’effetto è stata la modificazione di entrambe: una psicanalisi capace di andare ‘oltre’ la ‘segregazione di un rapporto duale’, una politica portata alle radici dell’umano.
Marx e Freud non sono mai stati così vicini, in quanto esploratori dei ‘fondamenti’ della coscienza borghese, il primo a partire dalla crisi della famiglia, l’altro dalla nascita dell’industria.
Se Freud aveva visto emergere, al di là della barriera della coscienza, il corpo, i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue fantasie, con la critica alla coscienza borghese, una cinquantina di anni prima, Marx aveva disvelato “un altro rimosso, l’inconscio socieconomico” (Fachinelli).
Oggi, pur essendo saltati i confini tra privato e pubblico, si ha l’impressione che psicanalisi e politica, psicanalisi e economia, sia tornati a essere saperi opposti e complementari: da una parte l’individuo, dall’altra i rapporti sociali, da una parte la sessualità ridotta a pornografia e oggetto di consumo, dall’altra una cultura sempre più attratta da nuove mete tecnologiche. Ma può anche darsi che il “caotico mondo dell’antiragione” abbia preso il sopravvento e che si stia pericolosamente nuotando in un mare di inconsapevolezza.

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