La politica e la vita di ogni giorno

C’è bisogno di riconoscere il contributo, oggi più che mai attuale e necessario, della cultura politica anomala dei movimenti delle donne, che sono partiti dal quotidiano e dalle relazioni primarie, per ripensare il mondo e il modo con cui cambiarlo.

A venire meno è stata la spinta utopistica, e proprio per questo più incisiva, che aveva riposto in una pratica come l’“autocoscienza” – la narrazione e la riflessione collettiva sul vissuto personale – il nesso mancante alla politica tradizionalmente intesa tra la modificazione di sé e la modificazione del mondo. Ma come il passato insegna, le esigenze più radicali di un’epoca hanno vita breve e intensa ma possono ricomparire, inevitabili e imprevedibili come il desiderio, in una stagione successiva.

Articolo apparso il 6 novembre 2016 su Comune-info.net, per leggerlo clicca qui

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CASA JANNACCI

A CASA JANNACCI
Centro di prima accoglienza di viale Ortles a Milano, succedono sempre cose belle.
Come la serie di opere realizzate dagli ospiti della Casa durante i laboratori creativi messi a disposizione dal Centro e dagli operatori, che ogni giorno si dedicano con passione al benessere delle persone che, per qualche tempo, si trovano a trascorrere lì la loro vita. Perchè l’arte – affermano – ha indiscutibilmente la capacità di portare la meraviglia anche nei luoghi piu’ insospettabili. Il risultato sono un serie di opere dalla forte carica espressiva, collegate tra loro da un unico tema: l’identità. “Una identità che, nel caso specifico, non puo’ che confrontarsi irrimediabilmente con l’orizzonte travagliato della dignità e del riscatto”.
Vedere per credere: le opere saranno raccolte in una mostra a cura di Jacopo Tartari e Donatella De Clemente, presso la Casa dei Diritti in via De Amicis a Milano dal 27 settembre, giorno dell’inaugurazione, fino al 4 ottobre.

Info sulla mostra: clicca qui

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Le silenziose elezioni di settembre, di Sotirios Pastakas

17 settembre 2015
Le silenziose elezioni di settembre

Un articolo di Sotirios Pastakas

In giro, nel mercato popolare, c’è aria di mutismo: non abbiamo incontrato neppure un politico per strette di mano, opuscoli, come capitava sempre in periodo elettorale. Resta solo l’ inventiva sarcastica dei rivenditori: Tsipras, durante il dibattito televisivo dell’ altra sera, non beveva l’acqua potabile. Nel bicchiere aveva “tsipouro” senza anice (gioco di parole col cognome di Tsipras) come impone la moda fra i giovanni benestanti Ateniesi.
Meimarakis è stato considerato il migliore, ha vinto il dibattito in tv, ma ha perso per aver voluto dare l’impressione del “macho forte”. Questo può fargli guadagnare il consenso di alcune elettrici che insistono sul “cazzo e botte”, ma ha perso la sua fisionomia da destra moderata e laica.
In ogni caso, buone le schermaglie televisive, i politici sono efficacemente protetti dallo schermo, come in un acquario, ma non hanno più il coraggio di uscire e camminare da soli in mezzo al popolo. Ci siamo risparmiati strette di mano e abbracci e selfi. Fuggiti via dalla polpa dei manifesti e striscioni: l’unico manifesto che ricorda le elezioni in tutta la città di Larissa è quello di “Syriza”.

Le elezioni di settembre 2015 avvengono in un assoluto silenzio. I politici non convincono più il loro elettorato tradizionale: i loro discorsi nelle piazze non eccitano nessuno. Dal canto suo il corpo elettorale sta in coma: nessuno alza la voce, nessuno è appassionato, nessuno dà loro un senso.
Il vincitore di queste elezioni è il mutismo. Il Pasok silenzioso si aggiudicherà di nuovo il risultato elettorale, per il quale il popolo greco tuttavia non dà un centesimo.
Quando per le elezioni europee del 2014 ho scritto sul “Pontiki” (una rivista satirica greca) che il vincitore delle elezioni sarebbe stato il “Pasok profondo”, il mio articolo naturalmente non è stato pubblicato e ha segnato la fine della mia collaborazione col sudetto giornale.
Il Pasok nascosto nelle viscere della vita politica greca, lo sanno tutti che ha contribuito enormemente alla vittoria elettorale di “Syriza” nel gennaio 2015 e continuerà a sostenerlo di nuovo: il Terzo Protocollo non passerà, se non c’è un governo di “sinistra” nel paese. Meimarakis conscio di questo fatto, e prima di andare al congresso della Nuova Democrazia per consegnare le dimissioni da capo estemporaneo del partito, può comportarsi ancora da bulletto di periferia.

Il mutismo di strati popolari può essere una sorpresa naturalmente. Breve salmo Alleluia. I politici si nascondono. Gli elettori non sono appassionati. Il partito dell’astensione sarà il terzo partito. La Grecia insiste a sopravvivere attraverso una serie di miracoli in successione, da ricordare a Kazantzakis.
I Greci aspettano dunque il prossimo miracolo che li salverà nel vuoto assoluto dei politici e indipendentemente dal risultato di un voto cupo.